Progettare operazioni e affari riducendo il rischio al minimo

Il rapporto con il rischio è parte essenziale dell’esperienza. Tutti corriamo il rischio di morire, circostanza che certamente, in un determinato istante del tempo, si verificherà.

Keynes, non senza indulgere a un certo gusto per l’ovvio, osservava che il lungo termine “…è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine siamo tutti morti (in the long run we are all dead)”…

In altri contesti linguistici l’idea è un po’ diversa. In tedesco legge è Gesetz e ha a che fare con setzen (sistemare, mettere a posto, il che dice qualcosa della mentalità germanica e del fatto che una partnership– non una colonizzazione – può farci molto bene) … Più l’economia è strutturata, più l’impresa è lontana dalle forme originali del baratto, più il rischio d’impresa è legato al rischio legale, il rischio che deriva dal complesso delle regole e delle sanzioni. Non tutto il rischio d’impresa è rischio legale, così come i rischi della navigazione non coincidono con i rischi che derivano dal violarne le regole, ma la tendenza è quella e i due tipi di rischio convergono all’orizzonte.

Tutto ciò va gestito e riguarda un complesso di abilità, conoscenze, metodologie e procedure che nella progettazione degli affari dovrebbero essere oggetto di una attività organizzata e strutturata. È il complesso di contenuti indicati dalla sigla LGRC: Legal Governance, Risk Management & Compliance.

 

Indica criteri e metodologie che hanno come oggetto la gestione del rischio legale nelle imprese e più in generale nelle organizzazioni. L’applicazione dell’approccio LGRC al metodo UMIQ prevede l’elaborazione di dodici scenari per ciascuno dei quali è richiesta una valutazione sulla base di cinque livelli di “maturità” organizzativa, espressi da frasi che descrivono modalità e intensità delle azioni intraprese per la gestione del rischio. Questo per quanto riguarda la cassetta di attrezzi. Il bello viene dopo, ed è l’uso degli attrezzi per progettare operazioni d’affari non a rischio zero, ma a rischio ragionevole. ..

Articolo tratto da “Capitale Intellettuale“, di Roberto Sammarchi